Cronaca

40enne di Capaccio morto dopo un intervento allo stomaco, il prof. Dequerquis: «Paziente ad altissimo rischio, è morto per le complicazioni post operatorie»

«Michele Alfano era un paziente ad altissimo rischio. Nonostante la sua giovane età, infatti, si era già sottoposto a un intervento chirurgico di angioplastica coronarica a seguito di un’ischemia cardiaca, era un soggetto bronchitico con frequenti crisi asmatiche e un diabetico sotto alti dosaggi d’insulina. La sua morte è sopravvenuta per una serie di complicazioni che in soggetti come questo sono molto comuni».

A far chiarezza sulla morte improvvisa del 40enne di Capaccio è il professor Silvio Dequerquis, medico rianimatore presso la Clinica Cobellis che ha seguito in prima persona il caso.

«Il paziente aveva superato bene l’intervento del 3 novembre scorso – continua Dequerquis – le sue condizioni si sono aggravate tre giorni dopo l’operazione, il 6 novembre, giorno in cui lo ha colpito un collasso cardio-circolatorio, che ha reso necessario il trasferimento in Terapia Intensiva».

«In un primo momento abbiamo pensato si trattasse di un infarto – racconta Dequerquis – è stato subito rianimato ma dopo poche ore ha iniziato ad avere la febbre alta, così lo abbiamo sottoposto a terapia antibiotica e predisposto delle tac per un controllo più approfondito».

«Le due tac, effettuate una l’8 novembre e l’altra il 10 novembre, non avevano lasciato trasparire nulla di anomalo – rivela il medico – soltanto l’ultima tac, effettuata nella mattinata di mercoledì, ha mostrato una fistola all’addome, dunque una complicanza infettiva che si manifesta spesso nei soggetti diabetici. Nel frattempo il cuore, già provato, non ha retto e, dopo tre collassi consecutivi, è sopraggiunto l’arresto cardiaco».

E alla domanda se la morte di Alfano sia stata dovuta a una possibile setticemia il Direttore Sanitario, il dott. Aldo Rescinto, risponde: «Questa struttura osserva tutte le norme che regolano e disciplinano la prevenzione delle infezioni ospedaliere, assicurando periodicamente dovuti accertamenti ambientali, di sanificazione e di pulizia, secondo norme e procedure ampiamente predisposte e controllate da questa direzione sanitaria».

«Nel caso specifico – aggiunge – va precisato che nella stessa giornata in cui è stato operato Alfano sono stati operati altri otto pazienti, che non hanno avuto problemi di alcun tipo, né febbre né altri sintomi, facendo ritorno a casa dopo qualche giorno. Ciò dimostra e conferma che non può esserci stata alcuna epidemia infettiva né in sala operatoria né in terapia intensiva».

Emerenziana Sinagra

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