Cronaca

PIAZZA V. EMANUELE II – Ignota la data di completamento dei lavori: cittadini adirati

Il rifacimento della Piazza Vittorio Emanuele II di Vallo della Lucania torna ancora una volta sotto i riflettori.

I lavori continuano a ritmo serrato nello slargo antistante la chiesa di Santa Maria delle Grazie a destra della carreggiata della strada che conduce alla Piazza e che da due giorni vede Corso Gioacchino Murat chiuso al traffico veicolare per permettere la costruzione degli impianti fognari e il rifacimento del selciato in pietra.

Dunque stop del traffico al Corso e ora l’unica via di accesso veicolare alla Piazza è possibile solo da via Calcinali.

Numerose le lamentele da parte dei cittadini, soprattutto da parte di coloro che hanno intenzione di realizzare attività commerciali nel centro cittadino di Vallo e che da tempo aspettano risposte in merito alla data definitiva della conclusione dei lavori.

Continue sono oramai le critiche sui social network, rivolte contro l’amministrazione comunale che non si preoccupa delle conseguenze negative per l’economia della città: inibire la circolazione veicolare nel centro cittadino equivale a una diminuzione delle vendite in sfavore degli esercenti con conseguenze deleterie sui conti delle famiglie dei commercianti.

Quello che più ha fatto riflettere cittadini, commercianti e vacanzieri è stato l’avvio dei lavori che ha avuto luogo durante l’intero periodo delle vacanze natalizie, dove le vendite solitamente in aumentano, e che ha fatto registrare nelle casse dei commercianti modesti incassi rispetto a quelli previsti e registrati negli anni scorsi.

Non sembra andare meglio con i saldi di fine stagione che sebbene promettono sconti anche del 50% rispetto al prezzo del cartellino, sembra non attirino abbastanza i consumatori del posto che si trovano a fronteggiare lo zig zag dei percorsi pedonali obbligati installati a seguito dei lavori.

Tuttavia se si vuole riorganizzare al meglio l’aspetto del centro vallese, i lavori di riqualificazione sono d’obbligo e dunque l’interruzione o il freno delle attività economiche – in particolare di quelle che insistono sulla piazza – è fisiologico e non può che andare pari passu ai lavori per la sua riorganizzazione.

di Simone La Vecchia

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