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Maxi truffa Superbonus 110%: indagati anche nel Cilento

In tutto quaranta indagati nel salernitano

Una maxi trutta dall’ingente valore: questo è il risultato delle indagini effettuate dalla Guardia di finanza di Frattamaggiore e dalla procura di Napoli nord. Ben 105 gli indagati e quasi la metà, in tutto quaranta, nella provincia di Salerno.

Nell’inchiesta figurano anche società cilentane, e due persone residenti rispettivamente nei comuni di Agropoli e di Gioi Cilento sono nel registro degli indagati. La truffa ai danni dello Stato, di oltre 600 milioni di euro, sarebbe derivante da un utilizzo illecito del noto superbonus 110% che riguarda le ristrutturazioni edilizie.

Una misura che fu introdotta nel 2020, precisamente con il decreto governativo 34/2020 che consente anche gli interventi di efficientamento energetico con uno sconto fiscale, per l’appunto del 110%. Una misura che recentemente è stata prorogata sino al 2025, ma con una riduzione che sarà già in vigore dal 1 gennaio 2024.

Ovviamente per accedere agli sconti del superbonus ci sono vari criteri da rispettare, come ad esempio l’erogazione solo in caso di miglioramento di almeno due classi energetiche e per interventi di riduzione del rischio sismico. E’ possibile chiedere il superbonus anche per l’isolamento termico delle superfici e la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. E sono state diverse, dunque, le società ad aver avuto accesso alle risorse previste, in un’ inchiesta che si estende in tutta la Campania, senza averne diritto. Secondo l’accusa, infatti, i lavori del succitato Superbonus non sarebbero mai stati eseguiti presso diverse attività commerciali, da parte tra l’altro di società che non avevano la benchè minima consistenza patrimoniale, oppure erano fittizie.

Addirittura ci sarebbero commercianti ambulanti ad aver richiesto il Superbonus, o persone beneficiarie del reddito di cittadinanza. evidenze non credibili in questo senso. Un sistema truffaldino che aveva permesso di incassare anche somme di svariati milioni di euro attraverso accordi fittizi con istituti finanziari. Uno zoccolo duro dell’inchiesta si svolge nella provincia di Salerno: la gran parte risiede nell’ Agro nocerino sarnese, ma da non sottovalutare la posizione di un indagato di Battipaglia che avrebbe incassato 13,6 milioni di euro.

Le indagini comunque non si sono concluse e i nomi degli indagati potrebbero anche aumentare, fermo restando la presunzione di innocenza sino a grado definitivo di giudizio secondo l’articolo 27, secondo Comma, della Costituzione della Repubblica italiana.

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