Attualità

Il Volo spezzato delle donne del Centro Antiviolenza di Vallo della Lucania

E’ scoppiata una polemica in seguito alla sospensione dei servizi offerti dal centro antiviolenza attivato presso la sede del Piano sociale di di Zona S8 a Vallo della Lucania. La decisione di sospendere le attività promosse e portate avanti dalle 13 operatrici del centro alle quali non è stato rinnovato il contratto in scadenza al 31 dicembre, è stata accolta con grave disappunto da gran parte della comunità. Una comunità territoriale vasta, quanto l’area di afferenza dell’ambito, 38 comuni spalmati dalla costa al Cilento interno, con base logistica in grandi centri come Vallo della Lucania, Castellabate ed Agropoli.

Un bacino d’utenza vasto, coperto h24 soltanto da 13 donne, sociologhe, psicologhe, assistenti sociale e legali che sinora, con enormi difficoltà logistiche, ma pure economiche a causa della continua interruzione dell’erogazione economica ai loro compensi ,cagionata dalla scarsità di risorse del Piano Sociale, hanno continuato a servire. Un occhio vigile su quelle che spesso sono istanze, richieste d’aiuto non esplicite, il più delle volte carpite attraverso lo studio di situazioni familiari, sociali, di comportamenti che nascondono il dramma della violenza domestica, della solitudine e dell’arretratezza culturale. Il Centro antiviolenza, il Volo delle Farfalle, tiene a precisare la coordinatrice Monia Monzo, è stato sospeso, non continua ad essere, né le pratiche in carico alle operatrici, aperte a tutela e sostegno delle denuncianti, sono passate al vaglio di qualcun altro.

Semplicemente, è chiaro comprendere, chi si trovava sotto l’ala benevola delle operatrici del centro, ora è stata abbandonata a se stessa. Cosa doppiamente grave, perché chi decide di denunciare, spesso lo fa sotto la rassicurazione di essere difesa, ascoltata, supportata moralmente ed economicamente. Una scelta coraggiosa che il più delle volte viene da donne con figli minori e in contesti territoriali piccoli, e dunque risulta ancor più complicata. Le precisazioni della coordinatrice del Centro Antiviolenza Monia Monzo, in risposta alle rassicurazioni del sindaco di Vallo della Lucania Toni Aloia, su quanto accaduto, hanno innescato una miccia potente. Sulla pagina fb della coordinatrice, in calce ai diversi post pubblicati sulla vicenda, sono stati decine i commenti. Tra questi pure quelli di rabbia e disappunto di qualche donna in passato oggetto di maltrattamenti, che pare incarni quel sentimento di sfiducia e delusione che probabilmente accomuna tutte le altre rimaste senza alcuna tutela. Eppure, lo scorso anno, proprio all’inizio del 2019, tra i progetti ammessi al finanziamento, spiccava proprio quello del centro antiviolenza. Meno di 100 mila euro da ripartire in 12 annualità per 13 donne che alla fine dell’anno, proprio come quelle che difendevano si sono ritrovate senza alcuna tutela.

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