AttualitàSport

Operazione Dirty Soccer: assolto ex ds del Sapri Antonio Ciccarone

Archiviazione del processo a suo carico

Dopo nove anni di indagini il processo denominato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro Dirty Soccer si è concluso con la richiesta di archiviazione della procura della Repubblica di Napoli DDA nella persona di Giuliano Caputo controfirmata dal Procuratore aggiunto Sergio Ferrigno accolta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale napoletano Isabella iaselli presidente sezione gip.

I fatti risalgono al dicembre del 2014 quando la Procura della Repubblica di Catanzaro ipotizzò l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata ad alterare i risultati delle partite di calcio per lucrare sulle scommesse che venivano fatte dagli affiliati.

Il processo causò un vero e proprio terremoto giudiziario con decine di arresti in carcere effettuati all’alba del 19 maggio del 2015 per fermo di indiziato di reato.

Il provvedimento venne emesso in tutta Italia e precisamente nei luoghi dove risiedevano i cinquanta indagati.

Tra di essi anche Antonio Ciccarone, all’epoca direttore sportivo del Neapolis calcio, già direttore sportivo tra gli altri del Sapri calcio. Ci fu comunque la sua scarcerazione del 21 maggio ad opera del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Salerno Donatella Mancini, che non convalidò l’arresto e non applicò alcuna misura cautelare. Inoltre la procura di Catanzaro chiese ed ottenne l’emissione di misure cautelari a carico di Ciccarone.

Questi venne quindi di nuovo arrestato e messo agli arresti domiciliari il 15 giugno 2015 e propose il riesame al tribunale di Catanzaro, patrocinato dall’avvocato Giovanni Falci del Foro di Salerno che lo aveva già assistito in sede di fermo di indiziato. Il tribunale del riesame di Catanzaro confermò la misura dei domiciliari che erano stati disposti per Ciccarone e ritenne di disattendere l’eccezione di incompetenza per territorio formulata dall’avvocato Falci.

La Corte di Cassazione. l’8 gennaio del 2016, diede invece ragione la difesa dell’ex direttore sportivo del Sapri e dichiarò l’incompetenza per territorio delle autorità giudiziaria di Catanzaro in favore di quella di Napoli.

Da quel momento è iniziato un vero e proprio braccio di Ferro tra l’avvocato Falci e la procura di Catanzaro che non voleva abbandonare l’indagine che aveva avuto una risonanza mediatica notevolissima.

Si è dovuti arrivare perciò al Decreto della Procura Generale presso la Cassazione il 24 marzo del 2016. a distanza di tre mesi dalla pronuncia della prima sezione della Cassazione, ordinava alla procura di Catanzaro gli invii degli atti a Napoli. Da allora, dopo anni di indagini, la procura napoletana ha riconosciuto che gli elementi acquisiti non sono idoneo a sostenere le accuse in giudizio ed ha richiesto l’archiviazione del processo decretata dal gip con proprio provvedimento. (Vito Sansone)

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Back to top button

Rilevato blocco pubblicitario

Abbiamo rilevato che hai attivato un software per il blocco delle pubblicità. La nostra testa online ha bisogno di queste inserzioni per rimanere attiva e garantire un servizio di qualità. Non ti chiediamo nulla se non di vedere qualche banner in cambio di notizie aggiornate. Grazie La TV di Gwendalina