Attualità

Vibonati nel caos, nessuno sapeva della quarantena del medico

Dopo la notizia del primo caso nel Comune di Vibonati si è aperta una grande polemica a causa della quarantena del medico del “Ruggi”, a quanto pare, non comunicata a nessuna istituzione.

Leggi anche: primo caso di COVID a Vibonati

Le parole dei sindaci

A ribadire il concetto sia il sindaco di Vibonati che quello di Sapri. Il sindaco Franco Brusco di Vibonati ha infatti comunicato: “Si precisa che nè il sindaco del Comune di Vibonati, nè il responsabile della Protezione Civile, nè il Comandante della Stazione dei Carabinieri erano stati infomati della quarantena cui era stato sottoposto il contagiato da parte dell’Asl. Abbiamo appreso oggi intorno alle 16,00 di questa situazione. Quindi, per cortesia, non attribuiteci colpe che non abbiamo. Stiamo facendo l’impossibile per arginare questo grave problema”.

Stesso discorso per il primo cittadino di Sapri Antonio Gentile: “Da quanto pubblicato sulla pagina Facebook del Comune di Vibonati neanche loro erano a conoscenza della quarantena in questione. Al momento non abbiamo ricostruito l’intera vicenda ma per domani vi darò tutte le notizie – scrive il sindaco – Andrò fino in fondo per fare chiarezza; sia ben chiaro, non mi fermerò davanti a niente”. Gentile poi aggiunge in un altro post: “Per la non univocità di informazioni e il relativo corto circuito, ho già notiziato la Procura della Repubblica di Lagonegro e il corpo dei carabinieri per fare luce su questa vicenda. Vogliamo chiarezza, si tratta di una abnorme quanto pericolosa distrazione. Non accetto alcun tipo di giustificazione politica, tantomeno se goffa”.

La moglie in giro per i negozi

La vicenda, come riporta La Città di Salerno oggi in edicola, si tinge addirittura di nuove sorprendenti sfumature. A quanto pare nonostante moglie e figlio a casa con la febbre la moglie del medico avrebbe tranquillamente girato la città rischiando un vero e proprio contagio di massa.

Problema tamponi

Anche qui, c’è da dire, che ci troviamo di fronte a un ritardo dei tamponi davvero enorme. Sono infatti venti i giorni aspettati dal medico prima di avere il tampone.

Altri tre contagi

Infine sono tre i parenti del medico risultati positivi al test veloce. Test, però, che non ha riscontro ufficiale. Per quello bisognerà aspettare l’arrivo dei risultati ufficiali dei tamponi effettuati ai famigliari. Il contagio, infine, potrebbe non essere avvenuto in corsia ma anche dal figlio del medico rientrato da Milano a fine febbraio.

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