Senza sanità e senza istruzione: benvenuti nel Cilento, la terra senza futuro

Senza sanità e senza istruzione: benvenuti nel Cilento, la terra senza futuro.


Da ieri mattina le scuole di tutta la Campania sono chiuse per evitare la diffusione del contagio che anche e soprattutto nella nostra regione sta prendendo un piega incontrollabile.

Senza sanità e senza istruzione: benvenuti nel Cilento, la terra senza futuro

Ma chiudere le scuole serve realmente? A detta di molti, soprattutto docenti, quello della scuola era un luogo sicuro dove distanziamento sociale e regole di sicurezza, soprattutto tra i più piccoli, venivano rispettate con estremo rigore. Adesso bambini e ragazzi saranno fuori, per giornate intere, senza controllo. Soprattutto gli adolescenti potranno liberamente assembrarsi fuori dalle mura scolastiche.

Il governatore De Luca ha motivato la decisione mostrando i dati dei contagi nelle scuole a Napoli e Caserta. Numeri, per carità, importanti ma di fatto è stato generalizzato il rischio senza considerare che non tutti i territori sono colpiti allo stesso modo. Inoltre non tutti i territori potrebbero essere colpiti allo stesso modo. Pensiamo infatti a tanti paesi dell’entroterra cilentano dove nelle scuole primarie vi sono anche solo una, due classi. Negare il diritto all’istruzione a questi bambini è una scelta scellerata.

Allo stop all’istruzione si deve aggiungere quello alla sanità che però, purtroppo, non è solo temporaneo ma permanente.

L’ospedale di Agropoli chiuso e il conseguente disservizio per oltre 60.000 persone; quello di Vallo della Lucania costantemente sotto pressione e troppo spesso vicino al collasso. La vicina Sant’Arsenio, inoltre, ancora aspetta. In tutto questo la questione COVID con Agropoli ancora protagonista per la mancata apertura del covid center con i pazienti affetti dal virus costretti ad andare Vallo della Lucania e Polla che troppo spesso si sono rivelati non adatti alla gestione di questi particolari casi. Senza dimenticare che per ospitare i pazienti covid tante strutture rinunciano ai normali ricoveri mettendo sempre più a rischio la salute dei cittadini.

Insomma, il quadro è questo. Benvenuti nel Cilento: dove il futuro non c’è e non è dato sapere se ci sarà mai.

Enrico Serrapede