Nuovo dpcm in arrivo, tre le novità importanti

Nuovo dpcm in arrivo, tre le novità importanti. Si torna a scuola, vaccino obbligatorio ai giovani e niente zona gialla fino a maggio.


Il Consiglio dei ministri si appresta a varare il nuovo decreto legge Covid che entrerà in vigore a partire dal 7 aprile, dopo la scadenza dell’attuale dpcm . Il nuovo decreto, secondo quanto si legge in una bozza, conferma lo stop alle zone gialle per tutto il mese di aprile: l’Italia resterà tra arancione e rosso fino al 30 aprile. Confermato anche il divieto di spostamento tra Regioni, così come il coprifuoco alle 22.

La riapertura certa, invece, è quella delle scuole: si torna in classe, anche in zona rossa, fino alla prima media. Arriva anche il via libera ai concorsi pubblici. Resta l’automatismo che fa scattare la zona rossa in caso di Regioni con più di 250 casi ogni 100mila abitanti. In zona arancione saranno consentite le visite a parenti e amici (per un massimo di due persone che si spostano verso una sola abitazione privata), non vengono invece permesse in zona rossa.


Resta vietato lo spostamento tra Regioni diverse: dal 7 aprile non cambia nulla, venendo prolungato il divieto di mobilità. Gli spostamenti al di fuori della propria Regione restano consentiti solamente per motivi di salute, necessità e urgenza o per il ritorno alla residenza, al domicilio e all’abitazione. Resta consentito anche il ritorno alle seconde case in zona rossa.

La novità più importante del decreto, come detto, era stata annunciata già negli scorsi giorni dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e riguarda la scuola. Che tornerà in presenza anche in zona rossa almeno fino alla prima media. In zona arancione, invece, si prevede il ritorno alla scuola in presenza fino alla terza media, con la didattica a distanza almeno al 50% per le superiori. Il governo prevede inoltre un divieto, per i presidenti di Regione, di chiudere le scuole fino alla prima media in zona rossa. Nessuna deroga, quindi, alle norme introdotte a livello nazionale.

l’altra grande novità del decreto è quella che impone anche l’obbligo di vaccinazione anti-Covid non solo per i medici a stretto contatto con i malati, ma per tutto il personale che lavora nelle strutture sanitarie. L’imposizione riguarda quindi tutto il personale, a partire da infermieri, operatori sociosanitari, dipendenti delle Rsa e degli studi privati e anche delle farmacie. Si prevedono anche sanzioni per chi rifiuta il vaccino: non il licenziamento, ma l’attribuzione di nuove mansioni, dove possibile, altrimenti la sospensione dello stipendio per un tempo considerato congruo rispetto all’andamento della pandemia. Previsto anche lo scudo penale per chi somministra i vaccini, mentre resta la punibilità solo per i casi di colpa grave.