EBOLI – Estorsioni ai ristoranti, tre condanne

Minacciavano i gestori di pizzerie e ristoranti, imponevano un “pizzo” in denaro e consumazioni gratuite e talora non esitavano a colpire con calci e pugni anche i clienti, per farsi consegnare soldi e telefoni cellulari. Una sequela di episodi avvenuti nel corso dell’estate 2012, per il quali il tribunale della prima sezione penale ha ora condannato a sette anni Donato e Vito Petrillo e a sei anni Fioravante Dolce, che risponde solo di una rapina a due ragazzi. Pene che si aggiungono a quella già concordata da Christian Petrillo, che ha patteggiato tre anni e tre mesi.

L’attività delinquenziale si era concentrata maggiormente nei mesi di luglio e agosto, quando i quattro amici (tutti pressoché ventenni) avevano deciso di trascorrere le serate in alcune pizzerie ma senza pagare la cena.

«Andavano quasi ogni sera» si ricostruisce nel capo d’imputazione, e sfruttavano la cattiva fama di persone aggressive per estorcere ai titolari dei locali tutto quello che volevano. Se qualcuno provava a opporsi erano botte.

Nelle denunce si parla di calci, pugni e minacce. «Ti brucio il locale, ti uccido» il tono delle intimidazioni, che infoltiscono un ventaglio di accuse che va dalle minacce fino alle lesioni personali e alle estorsioni.

Il gruppo è accusato anche di una rapina ai danni di due clienti di una pizzeria, due ragazzini di Albanella che stavano per andare via dal locale, poi bloccati e minacciati perché consegnassero i soldi che gli erano rimasti dopo aver pagato il conto. Quando i ragazzi mostrarono i portafogli vuoti, scattò il pestaggio, furono colpiti al volto e uno di loro perse anche due denti.

Nel mirino della gang erano finite soprattutto due pizzerie, il “Rendez Vous” di via Nobile e “Fior di pizza” di via fratelli Adinolfi. Ma i quattro non sono nuovi a episodi di violenza. Quando lo scorso giugno furono emessi i provvedimenti di arresto per le estorsioni, in tre (Fioravante Dolce e Christian e Vito Petrillo) erano già indagati per lo stupro di gruppo avvenuto nel centro storico, episodio per il quale la Corte d’Appello ha confermato l’altro ieri le pene di tre anni e otto mesi pronunciate al termine di un rito abbreviato.

L’episodio avvenne il 7 novembre del 2012, al termine di una serata in un locale ebolitano dove tutti i protagonisti della vicenda avevano esagerato con l’alcol. Lo stupro avvenne in vicolo Scalelle, nei pressi di piazza Vestuti, e fu la telefonata di un passante ad allertare le forze dell’ordine, segnalando al 112 la presenza di una donna che probabilmente aveva subìto un’aggressione.

I carabinieri la trovarono nuda dalla cintola in giù, riversa a terra in una pozzanghera.