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Dalla Gelbison alla Gran Bretagna: “Italia forte esempio di lotta al virus”

Sacha Lanci, ex preparatore della Gelbison con Martino, vive ormai in Inghilterra, a Londra, da quattro anni, interrotti solo dalla parentesi cilentana. L’abbiamo sentito sull’emergenza coronavirus e sulla situazione degli italiani oltremanica.

“Ovvio che sia preoccupato per la mia famiglia – ci dice – ma si stanno comportando da persone responsabili perché sanno ed hanno capito l’importanza del momento. Qui la situazione non è avanzata come in Italia, ma da parte nostra o almeno da parte di chi conosco sento che ci stiamo preparando a viverla come del resto in altre parti del mondo. Sicuramente si esce di meno e ci si prende le precauzioni del caso come del resto già state portando avanti da tempo voi in Italia. Su questo devo dire che siete un forte esempio e spesso mi ritrovo a comunicare con gli amici motivandoli a non mollare”.

Negli ultimi giorni il primo ministro britannico Boris Johnson ha avuto un approccio totalmente diverso alla lotta la virus. Come vivete questa differenza? Vi preoccupa? Boris Johnson ha già fatto dietrofront sulle dichiarazioni effettuate qualche giorno fa e quotidianamente aggiorna la situazione. Comunque sia ha invitato la popolazione ad essere più cauti con le uscite evitando ristoranti e pub. Staremo a vedere nelle prossime ore come si comporterà il governo inglese”.

Hai mai pensato di voler tornare in Italia per proteggere la tua famiglia? “Proteggere la mia famiglia, capisco che sono stato portiere e faccio il preparatore dei portieri, ma mettermi i guanti e salvaguardare la mia famiglia non penso sia possibile con questo tipo di problematica, anche se vorrei molto potergli assicurare la “porta inviolata””.

La chiusura delle frontiere vi spaventa? Siete magari preoccupati di non poter rientrare in Italia per molto tempo? “Se dovesse accadere un caso così estremo succederà il contrario ovvero che le difficoltà si avranno per venire in Inghilterra e non per rientrare in Italia, anche perché molti di noi non sono residenti inglesi e quindi vietare un eventuale volontà di rientro nel proprio paese comporterebbe un caso di stato”.

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