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Casal Velino, le intercettazione della sindaca Pisapia

Casal Velino, le intercettazione della sindaca Pisapia. Eccone uno stralcio pubblicato dal quotidiano “La Citta di Salerno”.


Il quotidiano “La Città” (nel link l’articolo completo), nella sua versione online, ha pubblicato uno stralcio delle intercettazioni che hanno inchiodato la sindaca Pisapia di Casal Velino. Un estratto di come funzionava il meccanismo clientelare messo in piedi dalla Pisapia, in accordo con funzionari compiacenti e con alcune cooperative amiche.

“Sai come funzionano questi affidamenti?… Ci dobbiamo mantenere al di sotto di una soglia perché altrimenti… dovremmo fare una gara e non so chi ci può venire e poi con il cavolo si piglia a Catino, Nicola e Giovanni. Si porta gli operai da dove viene. Per questo stiamo facendo tutto un casino…”

Silvia Pisapia, sindaca di Casal Velino

Emergono, dunque, particolari nuovi sull’inchiesta e in particolare sul potere che la sindaca Pisapia esercitava sui funzionari del Comune “convincendoli” ad eludere la legge per “sistemare” pratiche amministrative per incarichi ed assunzioni.

Come quando la sindaca, intercettata in Comune, chiede al comandante della polizia municipale Giuseppe Schiavo di emettere una determina straordinaria di affidamento alla cooperativa “Marine Service” per retribuire una donna che aveva effettuato attività lavorative per conto del Comune senza ricevere alcuna retribuzione a causa della mancanza di copertura nel capitolo di spesa.

“Comandante, però ti sto dicendo una cosa, adesso c’è da fare un affidamento suppletivo alla cooperativa, tu…con i rifiuti…” E il comandante sbotta: “Eh però questa storia deve finire”. Poi aggiunge. “Lasciami uno spazio a una cosa che… abbiamo fatta grossa pure”. E la sindaca si difende. “Va bene, comandante! Abbiamo fatto una cosa, ma non è che non la dovevamo fare. Voglio dire purtroppo quello che…”. 

Silvia Pisapia, sindaca di Casal Velino

Oltre alla sindaca, alla quale è stato ratificato il divieto di dimora nel paese cilentano, risulta l’iscrizione nel registro degli indagati di altre tredici persone tra amministratori e dipendenti del municipio.

Diversi, infine, i reati contestati: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, abuso d’ufficio, falsità ideologica, posti in essere allo scopo di acquisire, in modo diretto o indiretto, il controllo di concessioni, autorizzazioni, appalti e pubblici servizi e, quindi, a realizzare profitti ingiusti attraverso la sistematica e illegittima attribuzione degli appalti a imprenditori “amici” in cambio di un consolidamento del potere politico attraverso l’attribuzione ai “clientes” di posti di lavoro.

Una logica di reciproca e mutua assistenza quella posta in essere, con un solo, inequivocabile, fine ossia quello di affidare illecitamente i servizi comunali inerenti la portualità, la manutenzione, la raccolta dei rifiuti, la refezione scolastica – quelli essenziali, è chiaro – nonché di accaparrarsi illegittimi permessi di costruire in zone particolarmente appetibili dal punto di vista edilizio.

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